La gelida e imbiancatissima Copenaghen, diventò l’ombelico del mondo del poker internazionale, quando, nella metà del mese di febbraio, ospitò la comunità pokeristica per far sì che i suoi protagonisti si scontrassero in quella che fu la seconda tappa del 2010, dopo quella vinta da Jake Cody nel mese precedente in quel di Deauville.
Nord Europa protagonista, dunque, nei primi due mesi dell’anno del PokerStars European Poker Tour, tradizione che sarebbe stata confermata nelle successive tappe di Berlino e Salisburgo di marzo, vinte da MacPhee e Baekke.
Ma noi vogliamo rimanere in quella che è la descrizione dell’evento di cui all’oggetto, visto che in quell’occasione si fecero valere alcuni degli esponenti migliori del poker dell’epoca.
La tappa più fredda del cammino EPT
Fu una Copenaghen glaciale, quella che accolse i migliori giocatori del mondo e chi partecipò a quella edizione danese dell’European Poker Tour, ricorderà benissimo che dalla sede in cui si svolsero i tornei, quella tradizionale del Casino Copenaghen, fino al primo market della capitale danese, occorreva fare una piccola passeggiata di un paio di centinaia di metri, per un percorso completamente aggredito dal bianco della neve a temperature quasi polari.
Chi vi scrive fece il report live di quel torneo e l’albergo distava poco più di un kilometro dalla Casa da Gioco e posso assicurare il lettore che quella passeggiata mattutina prima che iniziasse il torneo, rimane ancora oggi indimenticabile, visto che rimangono impresse le biciclette impacciate e qualche mezzo pubblico qua e là, con pochissime macchine a farmi compagnia nel tragitto.

Una vista innevata di Copenaghen nel 2010
Ma la location rimane nella mente di tutti indimenticabile. Una gigantesca costruzione eretta verticalmente con la parte superiore occupata dalle stanze della struttura e tutta la parte inferiore dedicata ai tornei e al Casino di Copenaghen, per una sala stampa imponente che ci accolse come solo l’ospitalità nordica è capace di fare.
Non è esattamente il posto più comodo da raggiungere soprattutto se si parla di un periodo così freddo come quello di fine inverno, ma i numeri furono ancora una volta molto confortanti.
Wigg su de Vivo e tutti felici
Se proprio non si vuole considerare un padrone di casa, Anton Wigg è stato sicuramente uno dei vincitori che più hanno marchiato con la propria provenienza, lo stile di gioco di un European poker Tour.
Svedese, dunque nordico, e nato non troppo lontano da un Paese che viene considerato molto simile a quelli che formano la penisola scandinava, la carriera di Wigg prese il volo proprio in quell’occasione, in cui il tavolo finale fu monopolizzato da bandiere di quella regione europea, con tre eccezioni di cui una molto felice per i nostri colori.

Anton Wigg vince a Copenaghen
A chiudere al secondo posto un torneo giocato alla grandissima, fu il nostro Francesco De Vivo, foto in homepage, rappresentante della scuola tradizionale italiana e, soprattutto, di quel gioco non esattamente iper aggressivo che ha fatto da caratteristica dominante la carriera del giocatore azzurro.
Nel testa a testa conclusivo, perso con il suo avversario svedese, ai box di de Vivo c’era l’allora più esperto Cristiano Blanco, mai avaro di consigli, che supportò l’amico italiano per tutto il tavolo finale.
Tra i giocatori che giunsero al tavolo finale, completò il podio il norvegese Morten Klein, terzo per $256.312, ma più in generale tra i players nordici che andarono fino in fondo rispondono al nome di Richard Loth, Morten Guldhammer e Jesper Petersen.
Gli altri due “stranieri” furono Yorane kKerignard, quarto e Roberto Romanello, sesto.

Roberto Romanello
Gli italiani a premio
La splendida cavalcata di Francesco De Vivo si concluse dunque al secondo posto, per un premio di $416.506, ma non fu l’unico italiano a passare dalle casse del Casino.
Alfio Battisti fu uno dei primi a cadere subito dopo lo scoppio della bolla, 53° per poco più di 10.000 dollari, mentre l’altro suo connazionale a chiudere tra i primi 25, fu l’inossidabile Nicolo Calia, il quale terminò la sua fatica al 24° posto per $14.646.
Per quanto riguarda le stelle più o meno nascenti che si fecero strada a quell’EPT, citiamo Kimmo Kurko, finnico di grandissime potenzialità tecniche, 50° per $10.069, il francese Bertrand Grospellier 40° per $11.900, la leggenda del poker finlandese Juha Helppi, 34° per lo stesso premio di Grospellier, il futuro campione del mondo Peter Eastgate, 22° per $14.646, e il britannico Andrew Teng, che chiuse 12° per $28.377.

Bertrand Grospellier
L’heads up finale e il payout
Il testa a testa conclusivo, fu dunque un affare tra Anton Wigg e il nostro Francesco De Vivo, al quale si giunse per via dell’eliminazione di Morten Klein al terzo posto a seguito di una mano sfortunata che vide lo svedese recuperare una situazione di svantaggio grazie ad una scala runner runner.
Subito dopo quella mano Wigg e De Vivo cominciarono un heads fiume che durò qualcosa come due ore seppur scarse, in una situazione di equilibrio praticamente perfetto, 6,4 milioni per Wigg e 6,1 milioni per il nostro connazionale.
Tutta una serie di capovolgimenti di fronte diedero vita a quello scontro, ma per la mano finale occorse aspettare l’una e venti del mattino, quando De Vivo, visibilmente provato dagli sforzi mentali profusi fino a quel momento, si ritrovò All In con una mano di tutto rispetto per un heads up, K♦ 10♠ contro A♥ J♦ per un board che premiava definitivamente il giocatore nordico: Q♥ 9♥ Q♦ 2♦ 8♥ .
Posizione | Provenienza | Giocatore/Premio | |
---|---|---|---|
1st | Sweden | Anton Wigg | $672,818 |
2nd | Italy | Francesco De Vivo | $416,506 |
3rd | Norway | Morten Klein | $256,312 |
4th | France | Yorane Kerignard | $192,234 |
5th | Denmark | Richard Loth | $130,902 |
6th | Wales | Roberto Romanello | $104,355 |
7th | Denmark | Morten Guldhammer | $77,809 |
8th | Denmark | Jesper Petersen | $51,775 |
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