El Tricolor proverà a superare per la 7° volta di fila la fase a gironi, e magari anche il maledetto ostacolo degli ottavi di finale, dove si sono sempre fermati nelle ultime sei edizioni dei Mondiali

Debutto in salita per la squadra di Osorio che il 17 giugno affronterà i campioni in carica della Germania, grande favorita per la vittoria del girone ma anche dell’intera competizione. Il 23 giugno i messicani saranno di fronte al modesto ma insidioso ostacolo Corea del Sud mentre quattro giorni più tardi ci sarà il possibile spareggio per il 2°posto con la Svezia, che senza Ibra hanno escluso lo stesso l’Italia dai Mondiali.

Quale sarà la formazione del Messico?

I dati esclusivi del nostro partner Stratabet ci danno qualche indizio su quale sarà la formazione della del Messico nella sua prima uscita e anche per il resto del torneo.

Il Messico è passato con relativa facilità nel girone finale americano, piazzandosi in testa con 21 punti con 5 lunghezze di vantaggio dalla Costa Rica collezionado soltanto una sconfitta indolore nel suo percorso. Il tecnico Osorio dovrebbe confermare il suo modulo ad “albero di Natale”, un 4-3-2-1 formato da un mix di giocatori esperti e grandi giovani di ottime speranze. In porta ci sarà il veterano Ochoa, n.1 dello Standard Liegi e con 90 presenze all’attivo in nazionale. Davanti a lui la coppia centrale di difesa sarà formato da due vecchie conoscenze del calcio italiano: l’ex Fiorentina Carlos Salcedo, ora in forza ai tedeschi dell’E.Francoforte, e l’ex Roma Hector Moreno, trasferito a gennaio alla Real Sociedad dopo una breve parentesi di 6 mesi non indimenticabile con i giallorossi. Il primo è al suo esordio assoluto in un Mondiale mentre il secondo vanta già 89 partite con il Tricolor, di uci è diventato una colonna portante. Non paragonabile però alla leggenda Rafa Marquez, vero simbolo del calcio messicano. Il Gran Capitan, con un passato anche lui in Serie A al Verona, ha annunciato il suo ritiro lo scorso aprile ma è stato comunque convocato per la 5°volta a un Mondiale, un record che se raggiunto lo porterebbe dritto in un club ristretto composto da soltanto altri due calciatori. Il suo connazionale Antonio Carbajal e il tedesco Lothar Matthaus, sono infatti gli unici protagonisti di cinque edizioni dei Mondiali, a cui si aggiungerà presto anche Rafa Marquez.

I terzini saranno Layun, interessante laterale destro del Sivigilia, e Gallardo, mancino classe ’94 impegnato in patria. Sulla mediana agirà D.Reyes, centrale di difesa ormai adattato in nazionale in quel ruolo dove spicca per la sua grande fisicità e l’ottima impostazione del gioco. Come interni a centrocampo spazio ad altri due veterani di questo gruppo: Guardado (144 presenze), ritornato in Liga nella grande rivelazione Real Betis, e H.Herrera, vecchio sogno di mercato del Napoli e bandiera del Porto che proveranno a rendersi pericolosi con i loro inserimenti e i tiri dalla lunga distanza. Il maggiore talento dei messicani si concentra però in attacco, dove tra vecchie certezze ed promettenti esordienti c’è l’imbarazzo della scelta. Il centravanti sarà ancora il capitano Javier Hernandez, leader di una nazionale che dipende molto dalle reti dall’ex United. Dietro il Chicharito da tenere d’occhio la fantasia e i numeri del baby Lozano che ha avuto un impatto devastante in Olanda con il Psv, ma anche il talento di Carlos Vela che come gli altri compagni e fratelli Dos Santos dopo le esperienze in Spagna è emigrato in America, nel campionato Mls.

Come giocherà il Messico?

La soluzione offensiva più pericolosa dei ragazzi di Osorio sono i colpi di testa, che grazie a specialisti come Hernandez, Herrera ma anche i vari difensori centrali come Marquez, producono il 30,5% delle occasioni create balzando al 1°posto in questa classifica. Questa particolare situazione arriva grazie ai cross dei veloci esterni offensivi ma anche dai calci piazzati dell’esperto Guardado. Al contrario il punto debole in fase realizzativa è il centrocampo che con un mediano fisso come Reyes e due interni di centrocampo che si occupano più di difendere, le scorribande in avanti di questi giocatori raggiungono appena il 32% del totale.

Anche in difesa le fasce sono un ottimo terreno di conquista visto che i terzini abbastanza bloccati, concedono soltanto il 10,4% delle occasioni avversarie che arrivano dai cross. Il punto debole al contrario è la zona centrale dove senza un guardiano come Marquez si rischiano gli attacchi e gli ingressi in area verticali della squadra avversaria. La percentuale arriva al 36,4% classificando il Messico al penultimo posto di questa graduatoria.

Tra tutti gli uomini di Osorio quello che viene coinvolto più spesso nelle azioni un po’ a sorpresa è Carlos Vela. L’ex Arsenal ha deciso di provare una nuova esperienza in America, chiudendo di fatto la sua carriera ad alti livelli all’età ancora giovane di 29 anni. Il suo apporto però, come dimostrato dal dato che sfiora il 50%, sarà ancora fondamentale per il Messico, con cui ha segnato 18 reti in 64 apparizioni.

Chi segnerà i gol nel Messico?

L’attacco sarà guidato dal Chicharito Hernandez, primatista assoluto di reti (48) della storia Tricolor e principale riferimento offensivo della squadra. Quest’anno con il West Ham ha messo a segno appena 8 reti ma è riuscita alemno a evitare la clamorosa retrocessione dalla Premier League. Dal 2017 a oggi anche in nazionale ha faticato realizzando 5 gol su 31 conclusioni con uno scarso tasso di conversione del 16,1%. Vedremo se l’atmosfera della Russia saprà far rinascere l’ex talento dello United. Lo potrebbe aiutare il gioiellino Lozano, che oltre agli assist vede anche abbastanza la porta: già 6 reti su 27 tiri per il classe ’95 del Psv che potrebbe candidarsi come uno dei miglior giovani del torneo.

Le reti però potrebbero arrivare anche dalla panchina con altri due centravanti di buono spessore. Uno è la bandiera Oribe Peralta, 34 anni ma ancora tanta voglia di bucare le porta avversarie (25 gol in 62 partite col Messico), l’altro è il gigante del Benfica, Raul Jimenez, un po’ macchinoso e mai in doppia cifra in carriera ma pericoloso a gara in corso con la sua grande fisicità. Talento sprecato e mai sbocciato invece quello di Giovani Dos Santos, cresciuto nella cantera del Barcellona come suo fratello, ma entrambi tra infortuni e difficoltà a livello mentale hanno deciso di trasfersi ai Los Angeles Galaxy in America. Il dato impietoso di Giovani è che non segna da più di un anno con la nazionale, dove ha collezionato di recente un pessimo 0/13 al tiro.

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