Alcune mani hanno una forza intrinseca, ed hanno generalmente un ottimo EV contro il tipico range avversario gia dal preflop. Definiremo queste mani “mani solide”. Esempi di mani solide sono le coppie da TT in su [che in genere si indicano con la notazione TT+], gli assi con kicker alto, quindi da AT in su[AT+], ed anche QK.
Le mani speculative sono mani che, pur non partendo favorite prima del flop, hanno la possibilità, su una certa percentuale dei flop, di chiudere una combinazione molto forte, o un progetto.
Possiamo dividere le mani speculative in due gruppi : le pocket pair, e tutte le altre.
Le pocket pair sono le mani speculative più semplici da giocare. Circa una volta su otto flopperano un set. Evento relativamente raro, ma in quel caso avranno, anche nel caso del set più piccolo (bottom set), oltre il 90% di possibilità di aggiudicarsi il piatto allo showdown.
Le altre mani speculative sono quelle mani che hanno sia una potenzialità di chiudere una scala che un colore. L’esempio per eccellenza di questa tipologia di mano sono i suited connectors, ovvero due carte consecutive dello stesso colore, ad esempio Ma anche i suited one gappers, ad esempio sono molto buone, pur avendo potenzialita di scala leggermente inferiori.
Le possibilità di floppare un progetto di colore o di scala bilaterale sono circa del 10% per ciascuna, mentre le possibilità di floppare una coppia sono circa 1/3. Con una mano speculativa di questo tipo raramente flopperemo un punto con il quale siamo sicuri di vincere la mano, ma piuttosto spesso flopperemo una mano che ha parecchi outs per battere una eventuale overpair dell’avversario. Questo genere di mani speculative è il più difficile da giocare, ma nello stesso tempo saper giocare bene questo genere di mani è fondamentale perchè, oltre ad essere delle mani che ci garantiscono un potenziale profitto avendo delle buone implied odds, ci consentono di essere più difficilmente leggibile per i nostri avversari : se decidessimo di giocare soltano premium hands e pocket pair, ben presto gli avversari si renderebbero conto di cio, e quindi otterremmo poca azione quando abbiamo una ottima mano.
Una delle decisioni chiave in una mano di poker Texas Hold’Em è, naturalmente, quella se giocare o meno la propria starting hand prima del flop.
In una partita di poker Texas Hold’Em, ci si presenteranno due situazioni fondamentali, che in linguaggio tecnico si definiscono opened e unopened. Nel primo caso, c’è stato gia qualcuno che ha “aperto” il gioco, con un rilancio, o anche semplicemente facendo un open-call (ovvero facendo “limp”). Nel secondo caso, siamo i primi a parlare o comunque tutti prima di noi hanno passato.
In un piatto opened, decideremo di giocare la nostra mano se ha un buon EV contro il range avversario, oppure se è una mano speculativa e riteniamo che sussistano le condizioni per andare a vedere il flop (una delle condizioni fondamentali sarà lo stack del nostro avversario : più è elevato e più ci offre delle buone implied odds). In una mano opened possiamo entrare in gioco facendo un rilancio oppure facendo call, e questo dipenderà dalla forza della nostra mano. Naturalmente potremo decidere talvolta, per rendere il nostro gioco meno prevedibile, di fare un re-raise con una mano speculativa.
Se il piatto è unopened ci saranno vari fattori da tenere in considerazione per decidere se aprire oppure passare. Alcuni consigli pratici : più siamo in early position, più dobbiamo stringere il nostro range di apertura, perchè la probabilita che ci sia qualcuno con una mano molto forte è più alta, e nel frattempo perchè la maggior parte dei nostri avversari hanno posizione su di noi. Se il nostro stack e quello degli avversari è molto deep (100 o + big blinds) aumenta il valore delle mani speculative, perchè aumentano le implied odds. La posizione da cui apriremo più volentieri, anche con delle mani marginali come ad esempio T9o o Q8s, è il bottone. Giocando sul bottone abbiamo sicuramente la posizione dopo il flop, e se il piatto è unopened la nostra mano dovra fronteggiare soltanto due avversari.
Nel gioco postflop ci sono molti fattori da considerare, come vedremo nelle mani di esempio nell’ultima parte di questa guida. Vediamone i fondamentali.
- Quando Puntare, Rilanciare, Checkare, Callare ? Si può fare una puntata (o un rilancio) per due ragioni : per valore, o come bluff. In genere è opportuno avere un range bilanciato quando si fa una certa mossa. Se in una data situazione facciamo una puntata, il nostro avversario dovrebbe sempre avere il dubbio su cosa abbiamo : una mano che stiamo puntando per valore, o un bluff ? Se il flop presenta dei progetti il nostro “bluffing range” sarà in generale composto dai vari possibili progetti che possiamo avere, ed è meno opportuno fare dei bluff con delle mani nulle (ovvero con “aria”) perchè rischieremmo di bluffare troppo spesso. Se invece il flop presenta pochi progetti (flop “dry”) possiamo bluffare con una qualsiasi combinazione di carte, l’importante è cercare di farlo in modo proporzionato alle volte che puntiamo per valore. Un errore da non fare è quello di fare una puntata con una mano con la quale se verremo callati saremo battuti la maggior parte delle volte. Se puntiamo per valore dobbiamo avere la ragionevole certezza che la maggior parte delle volte che il nostro avversario farà call, lo farà con una mano peggiore della nostra. Altrimenti staremmo trasformando la nostra mano in un bluff.
Vediamo un esempio : Abbiamo in una partita 1/2 con 200€ di posta e rilanciamo preflop da middle position fino a 6 euro. Il bottone fa call, ed i giocatori sui blinds foldano entrambi. Al flop esce . Il piatto è 15 euro e decidiamo di puntare 10 euro. L’avversario fa call. Il piatto diviene 35 euro, ed al turn esce un . Una carta che non cambia molto. Valutiamo di essere avanti rispetto al range dell’avversario, che può averci seguito con una 2nd pair, con un draw (T9, QT che sono scale bilaterali, ma anche KQ con un incastro potrebbe fare call, e chiaramente tutte le combinazioni di flush draw), con un asso con un kicker peggiore, oltre che con alcune mani che ci battono. Quindi decidiamo di fare una bet di 22 euro, sul piatto di 35 euro. Il nostro avversario fa nuovamente call. Il piatto diventa 79 euro, ed al river esce . Il piatto è 79 euro ed abbiamo 162 euro di stack. Puntare al river in questa situazione sarebbe un grave errore, in quanto la maggior parte delle volte che il nostro avversario fara call avrà una mano migliore della nostra, ed oltretutto se l’avversario rilanciasse ci troveremmo di fronte ad una scelta difficile, perchè non sapremmo se abbia una mano che sta a sua volta puntando per valore oppure un bluff (con uno dei draw mancati che sono nel suo range). In questa situazione la scelta corretta è fare check, per poi eventualmente fare call alla bet dell’avversario.
- Quanto Puntare? L’ammontare (o in inglese “size”) della nostra puntata è sempre relativo al piatto. Possiamo puntare da 1/3 del piatto a poco più del piatto. Una puntata più piccola di 1/3 del piatto è generalmente sconsigliabile, soprattutto se giochiamo in posizione (perchè riapriremmo il gioco al nostro avversario, senza averne un vantaggio particolare; ovviamente può fare eccezione una piccola puntata effettuata con un punto forte proprio al fine di invogliare un rilancio). È sconsigliabile basare l’ammontare della propria puntata unicamente sulla forza della propria mano, perchè rischieremmo di diventare leggibili. Ma senz’altro faremo una puntata più consistente quando il flop presenta dei progetti, mentre possiamo fare una puntata più contenuta quando il flop presenta pochi possibili progetti (flop dry). Un altro elemento da tenere in considerazione è quanto la/le carte che sono uscite nella street in cui ci troviamo aiuti il nostro range ed il range dell’avversario. Se il flop aiuta il nostro range più di quello avversario opteremo in genere per una puntata più contenuta (sia se siamo in bluff sia puntiamo per valore), viceversa punteremo di più. Queste sono naturalmente soltanto delle linee guida generali, e chiaramente sta al giocatore decidere eventualmente anche quando non applicarle, magari con l’obiettivo di depistare ulteriormente il proprio avversario.