Conosciamo il poker a 5 carte, dove tutto è cominciato
Se c’è un gioco che ha da sempre caratterizzato l’iconografia dell’azzardo per eccellenza, questo è sicuramente il classico Poker a 5 Carte.
Storia e cinema si sono spesso prese carico di rappresentare questo gioco nei modi più svariati, tanto che è di fatto entrato nella cultura popolare di tantissimi paesi nel mondo, tra cui ovviamente anche il nostro.
La storia del Poker
Il gioco affonda le sue radici storiche nell’area persiana, per poi spopolare soprattutto nella New Orleans di metà ottocento, portato dai marinai francesi che l’hanno subito adattato al classico mazzo a 52 carte che conosciamo ora.
Dal suo stesso nome “Poker” (“Poque” in origine) arriva proprio parte del suo significato più recondito: “Ingannare”. L’arte del “Bluff” è infatti una delle componenti fondamentali del classico Poker a 5 carte, più ancora che in tutte le successive varianti che ne sono derivate.
La sua diffusione è stata poi ulteriormente amplificata dalla iconografia stessa del gioco, rappresentata da decine di storie, aneddoti e film: dai grandi bari dell’epopea western, fino al nostro cinema italiano con Celentano che piazza il bluff della vita in “Asso”.
Le regole del gioco: le carte
Una delle prime differenze che possiamo trovare è l’utilizzo per questa tipologia di gioco, chiamato non a caso anche “Poker all’italiana”, di un mazzo ridotto di carte.
Si usa infatti quello che viene definito “Stripped Deck”, ovvero un mazzo variabile a seconda del numero dei partecipanti in gioco, utilizzando solitamente una formula semplice quanto efficace: undici (il numero delle carte per ogni seme) meno il numero dei giocatori partecipanti (quindi in caso in sei giocatori, il mazzo sarà composto dal cinque in su).
Il mazziere distribuirà quindi cinque carte per ciascun giocatore, oltre a versare la prima quota per il piatto, il così detto “Invito”.
L’apertura del gioco
A questo punto il gioco può avere inizio e si procederà in senso orario dal primo giocatore a sinistra del mazziere, che dovrà decidere cosa fare: puntare aprendo il gioco, oppure passare al giocatore successivo dichiarando “Parola”.
Per aprire il gioco, nel poker a cinque carte è necessario avere un punteggio minimo di una coppia di Jack (o superiore). Tale punteggio può essere poi richiesto in visione alla fine del turno e nel caso chi ha aperto non risultasse in possesso del punteggio minimo, non solo non si aggiudica il piatto (in caso di vincita), ma dovrà in ogni caso pagare una “multa” pari all’entità del piatto iniziale (o altra penalità concordata), valido per la mano successiva.
La puntata del giocatore deve in ogni caso essere come minimo pari a una cifra precedentemente concordata (o dell’invito iniziale). In caso di puntata minima di parla proprio di “Chip” (ovvero il gettone minimo).
Il primo giro di puntate si esaurisce quando tutti i giocatori hanno coperto la cifra richiesta oppure hanno abbandonato il gioco.
Il cambio di carte
Nel poker a cinque carte è possibile anche effettuare un cambio di carte dopo il primo giro di puntate (detto “accomodo“).
In caso di nessun cambio si parla allora di “Servito”, mentre per il resto si possono cambiare anche tutte le carte, anche se il mazziere dovrà prima darne al massimo tre, per poi distribuire le altre solo dopo aver chiuso il giro di cambi dei giocatori in gioco (e in ogni caso, dovrà “bruciare”, scartare, una carta prima di completare il cambio di chi ne ha richieste più di tre).
Se le carte del mazzo non dovessero bastare a completare tutti i cambi dei giocatori in gioco, allora si procederà a riprendere tutti gli “scarti” per costruire un nuovo mazzo da mescolare e finire i cambi rimasti.
Ultimo giro di scommesse
A questo punto tutti i partecipanti hanno le loro cinque carte in mano per chiudere l’azione con un secondo e ultimo giro di puntate, partendo proprio dal giocatore che ha aperto il gioco in precedenza.
Il gioco si sussegue poi come sempre, con un giro orario in cui i giocatori a turno decideranno se vedere la puntata, rilanciare (di un qualsiasi importo fino al massimo consentito) o lasciare la mano.
In caso però, tutti i giocatori dovessero dichiarare “Parola” nell’ultimo giro di puntate (quindi nessuno mette denaro ulteriore in gioco), il piatto allora non verrà assegnato e si procederà alla distribuzione di un altra mano (senza che il mazziere debba mettere ulteriore “invito”). In quel caso però, l’apertura per la mano successiva sarà di minimo una coppia di “K” e il valore minimo della puntata quello presente nel piatto (chiamato appunto “piatto di parola”).
La gerarchia dei punteggi
A differenza di quanto siamo ormai abituati a vedere con il poker moderno (in particolar modo il Texas Hold’em e le sue varianti), la scala dei punteggi del poker a cinque carte (o all’italiana), è leggermente diversa soprattutto riguardo al “Colore”:
- Carta Singola
- Coppia
- Doppia Coppia
- Tris
- Scala
- Full
- Colore
- Poker
- Scala Colore
- Scala Reale
Come vedete quindi, il Colore qua batte il “Full”. Questo deriva dalle possibili combinazioni per i due punti in questione, con probabilità invertire in virtù di un mazzo generalmente ridotto di numero.