Wednesday, 16th July 2025 10:48
Home / Breve storia della chat nel poker online

Nella storia del poker online c’è un elemento che non ha alcun peso tecnico, né nell’evoluzione del gioco, ma che è stato comunque importante nella diffusione del gioco. E forse lo è tutt’ora, anche se diverse poker room non la utilizzano nemmeno più. Sì, oggi parliamo della chat, croce e delizia delle poker room nei tempi d’oro.

POKER ONLINE: C’ERA UNA VOLTA LA CHAT

Prima di tutto, permettetemi un piccolo inciso personale che però è molto utile a capire di cosa stiamo parlando. Siamo nel 2006, sull’allora piattaforma unica di PokerStars, che era internazionale. PokerStars.it sarebbe infatti arrivata più di 2 anni dopo, dopo che il Governo Italiano del tempo aveva deciso di regolamentare a legalizzare il poker online.

A voler essere pienamente onesti, avevo iniziato a cimentarmi nei tavoli a soldi finti da quasi due anni prima, sulla room online del World Poker Tour. Era stato lì che avevo sentito nominare per la prima volta PokerStars e così avevo deciso di creare un account.

Tornando al 2006 su PokerStars, allora la community – ancora piuttosto sparuta e pionieristica – degli appassionati italiani si ritrovava alle 19, orario in cui era in programma un freeroll proprio dedicato a noi. Il montepremi era da 100 dollari, ma lì il denaro contava relativamente. Era infatti un’occasione per conoscersi, seppure virtualmente, scambiare quattro chiacchiere e anche altro. Ad esempio, in una di quelle serate qualcuno mi invitò a iscrivermi al forum di Assopoker. Un forum di cui diventai subito utente entusiasta, quindi moderatore e poi amministratore. Nel frattempo, avevo anche iniziato a scrivere articoli per lo stesso sito, del quale diventai poi caporedattore. In sostanza, posso dire che è grazie alla chat di una poker room online, se da quasi 20 anni faccio questo lavoro.

IL BELLO (E IL BRUTTO) DELLE CHAT NEL POKER ONLINE

Risulta dunque comprensibile come, nel primo periodo del boom del poker online, la chat fosse diventata un’importante strumento di aggregazione. Nel tempo, però, si è trasformato in altro, e non sempre in senso positivo. Se inizialmente la chat era un modo per intrattenere i giocatori, che spesso non si limitavano a fare i complimenti per una bella mano oppure a festeggiare per un bluff ben riuscito, ma sfociavano in racconti sulla propria vita privata (che fossero o meno richiesti dal resto del tavolo), con il tempo la temperatura della chat si era andata inasprendo.

C’era infatti chi iniziava ad offendere, per via di una mano giocata ma anche a causa di antipatie che si venivano a creare. Era anche normale che fosse così, perché con il boom le persone che si avvicinavano al giochino erano sempre di più e quindi si creavano delle forti distinzioni da chi conosceva appena le regole del gioco, chi era un player provetto e chi invece lo faceva praticamente per professione.

Al di là delle normali dinamiche dialettiche, c’era chi trascendeva in offese personali, anche pesanti e anche alle famiglie. Dunque, si rese necessaria la presenza massiccia di moderatori, nelle chat un po’ di tutte le poker room ma in particolare di PokerStars, che era già nettamente la più frequentata.

LA CHAT E LE STRATEGIE

Al netto delle degenerazioni a cui ho fatto menzione, nella seconda metà degli anni 2000 e fino al’inizio degli anni ’10, la chat era un piccolo tesoro, anche di informazioni da utilizzare nel gioco.

Soprattutto nei primi anni del .it, ovvero quando la percentuale di giocatori scarsi o inesperti era davvero alta, ci si poteva avvantaggiare di diverse cose che venivano fuori dalla chat. Ad esempio, c’erano quelli che quando si avvicinava la bolla, facevano il conto alla rovescia delle posizioni che mancavano allo scoppio: “-3”, “-2”, “dai che ne manca solo uno”, si leggevano molto spesso messaggi di questo tipo. La cosa migliore da fare, a quel punto, era aggredire questi giocatori perché era praticamente certo che avrebbero foldato più del dovuto, pur di andare a premio.

Oppure c’erano i casi di giocatori che prendevano molto sul personale una 3-bet o anche, semplicemente, un rilancio sul loro big blind. Anche questi soggetti risultavano come dei libri aperti ed era piuttosto facile usare quelle informazioni per prendere vantaggio al tavolo.

LE CHAT EPICHE

Di quegli anni, ognuno di noi conserva ricordi più o meno nitidi di chat divertentissime, viste in prima persona o lette sui vari forum. Ai tempi dei tavoli “nosebleeds”, quelli di cash game high stakes su Full Tilt Poker, divennero celebri le sfuriate di giocatori come Luke “FullFlush” Schwartz e soprattutto Ilari “Ziigmund” Sahamies. Il finnico (foto in alto), in particolare quando si era intrattenuto più del dovuto con qualche alcolico, ne aveva veramente per tutti e, a suo modo, era diventato un idolo della community.

LA PROGRESSIVA SPARIZIONE

La crisi e l’iper-professionalizzazione del poker hanno poi negli anni marginalizzato lo strumento-chat, che per le aziende è diventato più un orpello da mantenere (con relativi costi del personale addetto alla moderazione) che altro. Nel tempo, si è pertanto assistito a un progressivo ridimensionamento della chat. Ci sono room e network che hanno completamente tolto la possibilità di chattare. Fortunatamente, PokerStars non è tra questi. Pur nelle ovvie limitazioni, perché durante l’hand for hand dei tornei online e nelle fasi finali dei tornei satellite il servizio viene sospeso, la chat è ancora a disposizione dei giocatori. Perché salutare e interagire non può rappresentare un problema, anche nel poker dell’era dei solver.

Articoli correlati

Ultimi Articoli

Impara a giocare a poker con Pokerstars Learn, esercitati con l'app di PokerStars

Prova la nostra classifica gratuita Scholars per mettere alla prova le tue nuove abilità.