Tuesday, 24th June 2025 19:22
Home / Solver: cosa sono i nuovi software per lo studio del poker?

Lo studio della strategia del poker è fondamentale per riscuotere buoni successi ai tavoli da gioco. Dalle basi come pot odds ed equity, negli ultimi anni lo studio della GTO è diventato l’apice della teoria pokeristica, quasi imprescindibile quando si arriva a un certo livello.

E come si studia la Game Theory Optimal? Il modo più efficiente è attraverso l’utilizzo di un solver, un software apposito per l’analisi del gioco ottimale.

Imparando ad utilizzare strumenti di questo tipo e a comprendere le meccaniche della GTO, le proprie skills nel poker online aumenteranno esponenzialmente.

Attenzione però: si tratta di un argomento complicato e avanzato, ed è necessario comprendere bene le risposte che si otterranno. Solo a quel punto sarà un grande alleato agli high stakes, un po’ meno ai livelli più bassi dove sono sufficienti accorgimenti più semplici per vincere.

Cosa fa un solver

Un solver è un’intelligenza artificiale che simula una situazione di poker e tutte le sue possibili derivazioni (per esempio se un giocatore sceglie di puntare o checkare), calcola il valore atteso di ogni ramificazione, e reitera questo processo migliaia di volte per avvicinarsi il più possibile a una soluzione perfetta.

Si noti che con “perfetta” non intendiamo quella più vantaggiosa per noi. I solver cercano l’equilibrio di Nash, ovvero una situazione dove tutti i giocatori seguono una strategia ragionata tale che nessuna delle parti abbia interesse a deviare da questa strategia.

Per dirla semplice, è un modo di giocare che rende impossibile o quantomeno difficile agli avversari la possibilità di exploitarlo (approfittare dei punti deboli). Allo stesso tempo, però, utilizzare questa strategia vuol dire non exploitare gli avversari, cosa che spesso si traduce in un guadagno più alto rispetto a quello suggerito dalla GTO dei solver.

Insomma, il solver ci indica le linee di maggior EV contro un avversario che adotta il miglior gioco possibile, ed è raccomandato di solito contro avversari molto bravi di cui non notiamo i leak.

I solver nella pratica: come funzionano?

Tipicamente quando mettiamo le mani su uno di questi programmi per la prima volta potremmo sentirci un po’ spaesati, ma il concetto di fondo è piuttosto semplice.

Dovremo impostare tipicamente i range di partenza, a seconda dell’azione e della posizione dei due giocatori coinvolti. Poi dovremo impostare il valore del piatto e gli stack effettivi, il valore della rake, il board e soprattutto le size a disposizione dei giocatori.

La maggior parte dei solver lavora utilizzando le prestazioni del proprio PC, e sono programmi piuttosto importanti in questo senso. Maggiore sarà il numero di size che imposteremo, più saranno precise le soluzioni, ma più sarà lungo il processo di risoluzione.

Il software risolverà ogni singola possibilità, senza considerare intuito e teoria del gioco (quindi potrebbe fare mosse completamente sbagliate, all’inizio) calcolerà se la giocata ha avuto esito positivo o negativo, e poi effettuerà un nuovo ciclo di soluzioni cercando di migliorare le performance precedenti. Continuerà questo processo fino a un punto determinato da noi.

Qual è il vantaggio reale?

Questo processo di risoluzione di una mano, praticamente impossibile da fare con calcolatrice carta e penna, permette di trovare una situazione di equilibrio molto più precisa rispetto alle comuni basi matematiche pokeristiche che conosciamo.

Il solver, infatti, guarda solo al valore atteso finale di tutta la strategia, e non di una linea nello specifico. In questo modo può trovare punti di equilibrio che un giocatore da solo potrebbe non notare, per esempio bluffando qualche mano completamente trash per non over foldare, o checkando mani che avremmo considerato valide per una bet.

Il tutto però, come noterete, risulterà in una strategia molto complicata e immemorizzabile (ne parleremo in seguito). Nessuno può seguire una strategia GTO perfetta, ma tutti i giocatori determinati a migliorare devono provare a comprenderne le motivazioni.

Questo è il segreto: non “tentare di giocare come un solver”, ma capire perché un solver decida di fare certe mosse. A quel punto potremo approssimare una strategia simile in game – consci del fatto che nemmeno gli avversari possano giocare GTO – e soprattutto individuare i leak degli avversari per poi giocare in modo da exploitarli.

Una buonissima funzione dei solver, infatti, è quella di poter risolvere un alto numero di board e capire per ognuno di quelli e/o nel generale, quali sono le frequenze e le size ideali per un giocatore.

Perché la GTO è impossibile per un giocatore… e per un solver?

Non appena imposterete una mano su un solver, vi renderete subito conto perché quella strategia non sia adottabile da nessun essere umano.

Per ogni mano presente nel range, avremo spesso una divisione in diverse frequenze per due o più action possibili. Per esempio su un certo board QQ potrebbe checkare il 13,5% delle volte, puntare 3bb nel 55,7% dei casi e 8bb nel 30,8% dei casi, e JJ avere frequenze completamente diverse.

Basta cambiare un solo elemento (che sia una size, una carta del board, un blind dal pot, il seme di una delle hole cards o anche solo la risposta dell’avversario) e tutte queste frequenze verrebbero completamente rivoluzionate. Impossibile per un giocatore tenere traccia di tutte queste possibilità, quasi illimitate.

Anche i solver, però, non possono avere una soluzione definitiva. Questo è per due motivi principalmente:

  • Numero di size limitato
  • Numero di cicli finito

Un solver lo possiamo impostare con un certo numero di size, per esempio 30%, 50%, 75% e 100% del piatto, ma un giocatore potrebbe usare qualunque via di mezzo tra queste, e l’effetto sarebbe di stravolgere completamente i calcoli.

D’altro canto non abbiamo le prestazioni computistiche necessarie per analizzare 300 size di un giocatore e 300 size di risposta dell’altro. Utilizziamo alcuni parametri di riferimento e va benissimo così!

Per quanto riguarda il numero di cicli, va notato che un solver fa questo: risolve una mano, analizza i risultati, la risolve di nuovo tenendo migliorando i risultati precedenti, e continua così per un numero alto ma finito di volte.

In poche parole, può tendere a una soluzione perfetta, ma è pressapoco impossibile che la possa raggiungere.

Come può essere utile a un giocatore

Imparare a ragionare come un solver, ovviamente senza ottenere i risultati specifici, ci permette di capire come e perché bilanciare il nostro gioco.

Sappiamo, infatti, che una strategia dove puntiamo con le mani forti e checkiamo quelle deboli è facilmente abusabile da un avversario che si limiterà a foldare quando puntiamo e puntare quando checkiamo. Allora la nostra strategia deve mixare delle mani forti nel check e delle mani deboli nel range di puntata.

Il problema è sapere quali mani vanno in quale categoria, e i solver possono aiutarci a ragionare in questo senso. Inoltre, anche se non arriveremo alle frequenze precise, potremo immaginare che alcune mani andranno puntate una certa percentuale di volte e foldate un’altra.

Utilizzando i report aggregati (le soluzioni su più board di cui parlavamo) potremo capire come cambia il gioco su determinati tipi di board, per esempio su quelli con asso-alta, i pairati, i rainbow e i connected. Avere un riferimento ci aiuterà molto a saper gestire la situazione in futuro.

Per finire una grande funzione dei solver si chiama “node locking“, che semplicemente permette di modificare e “congelare” la risposta di un giocatore in uno spot, per vedere come si comporta il solver in quel caso.

Diciamo che un avversario, sappiamo, punta sempre mezzo pot con tutte le sue mani. Una risposta ben diversa dal solver. Impostandola, il solver non modificherà mai l’action dell’avversario, ma ricalcolerà la nostra action ottimale, per massimizzare l’EV.

In questo modo possiamo anche vedere come ci dovremmo comportare contro avversari che deviano dalla strategia ottimale. In altre parole, le basi del gioco exploitativo.

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