nino zantiflore roulette
Home | Tutorial | Roulette | Nino Zantiflore e le sue teorie sulla Roulette

Nino Zantiflore e le sue teorie sulla Roulette

23 Maggio 2023

Se dovessimo chiedere in un qualsiasi bar di una qualsiasi città italiana, in quanti conoscono il nome di Nino Zantiflore, probabilmente la risposta sarebbe negativa nella stragrande maggioranza dei casi.

Il suo nome infatti è quasi totalmente sconosciuto ai più, mentre è una sorta di mito se ci addentriamo nella nicchia degli appassionati di gioco d’azzardo.

Questo perché nel corso degli anni, ha sempre condiviso in maniera aperta e pubblica le sue esperienze e i suoi studi sul gioco, proponendo sistemi via via in evoluzione, tra cui il definitivo basato su “la legge del terzo”.

L’incredibile lavoro di Nino Zantiflore

Come praticamente tutti i grandi giocatori d’azzardo, anche Nino Zantiflore è da sempre alla ricerca di un metodo perfetto che consenta di ottenere profitto con costanza, soprattutto al tavolo della roulette.

A differenza di molti altri però, la sua strada non si è svolta negli abissi nascosti della sua sola mente, ma in piena luce, condividendo di volta in volta approcci, studi, pensieri e metodi di vario tipo.

Un percorso fatto di errori ma anche tanti spunti interessanti, che altri a loro volta hanno potuto sviluppare verso altre mete o modificare ottenendo ulteriori possibilità di gioco. Consapevole però del fatto che la vera importanza del metodo non era quella di domare il caos dei numeri e dell’aleatorietà del gioco, quanto viceversa di controllare il proprio sistema di gioco seguendo metodologie precise.

Ed è così che dalla metà degli anni ottanta (data del suo primo libro che si concentrava sul sistema delle distanze dei numeri nella roulette e che non a caso aveva titolato “La fine dell’azzardo“), ha proposto diversi metodi di gioco che si sono poi evoluti fino a quello che, nel 2010, è uscito come “L’evoluzione finale“, basato sulla “Legge del Terzo”.

Il Sitema delle Distanze

Una delle sue prime proposte, si basava proprio su questo sistema delle Distanze, detto anche del “Principe”, in virtù di un aneddoto secondo cui a inventarlo fu proprio un Principe arabo in scena ai tavoli di Montecarlo.

L’idea alla base del sistema delle distanze è che ci sono dei numeri che escono più frequentemente rispetto ad altri, e che si possa in qualche modo cercare e trovare questi numeri che rappresentano un segno distintivo di ogni roulette (che sia per la “mano” dello stesso croupier o per una particolare sezione della distribuzione casuale).

Il primo passo per applicare questo metodo è quello di segnare la posizione di ogni numero sulla ruota. Per semplificare il calcolo, si può associare a ciascun numero un numero corrispondente alla posizione sulla ruota, partendo dallo zero e procedendo in senso orario. Ad esempio, la posizione del numero 32 potrebbe essere 1, la posizione del numero 15 potrebbe essere 2, la posizione del numero 19 potrebbe essere 3, e così via. Una volta assegnata una posizione a ciascun numero, si può procedere alla fase successiva.

Per individuare la distanza tra due numeri, bisogna segnare la posizione del numero uscito e la posizione del numero precedente sulla ruota. Ad esempio, se il numero uscito è il 32 e il numero precedente è il 2, si deve calcolare la distanza tra le due posizioni (la posizione del 32 è 1 e la posizione del 2 è 7, quindi la distanza tra i due numeri è 5 (7-1=6, ma considerando che ci sono 36 numeri sulla ruota, si fa 6/36=1/6=0,166… ovvero 5 in sei boules).

Una volta calcolata la distanza tra due numeri, si può segnare il risultato e proseguire con le scommesse. Il giocatore che utilizza il metodo delle distanze punta sui numeri che seguono le sequenze di numeri che escono in modo ripetitivo e con una distanza simile tra loro.

La legge del terzo

A completamento e sviluppo del sistema, è stata poi integrata la così detta “legge del terzo“, che insieme al principio di Bernoulli ci sottolinea come, con un campione sufficientemente ampio, ogni numero dovrebbe uscire con una frequenza statistica simile all’ideale (ovvero 1 volta su 37 di media).

La legge del terzo in particolare, ci indica come sui famosi 37 colpi di media, avremo un range di circa 24 numeri usciti e 13 mancanti, con la conseguenza quindi che avremo almeno 13 ripetizioni numeriche in quella serie.

Va detto che ovviamente la matematica certifica come ogni colpo sia storia a parte e di certo la pallina non ha memoria delle sue uscite precedenti. Ciò nonostante, è legittimo aspettarsi di avere una distribuzione di permanenza sui numeri singoli cercando quanto meno di riconoscere delle ripetizioni al momento in cui si arriva a due terzi di numeri usciti.

Per quanto riguarda cavalli, terzine e sestine (e via dicendo), la legge del terzo perde molta efficacia visto che entrano in gioco variabili composte di difficile gestione.

In conclusione, sono sistemi vincenti quelli messi in atto da Nino Zantiflore?

La risposta in realtà la fornisce lui stesso, dicendo chiaramente come ogni sistema può vincere o perdere, visto che si basano su qualcosa di fortemente aleatorio. L’importanza di avere un sistema però, è insita nella consapevolezza di avere una chiara idea di gioco da portare avanti, utile se non a trovare un sicuro profitto, quanto meno nel non perdere il controllo delle proprie giocate.