Tuesday, 17th June 2025 08:59
Home / Strategia 6-Max: come sfruttare i tavoli tight

La saggezza classica del poker suggerisce che i giocatori affinino le loro abilità nei tornei full-ring prima di fare il salto nell’arena dei 6-max. Riuscire a giocare un range ristretto di mani aumenta la disciplina e rallenta l’azione, il che significa avere più margine per acquisire informazioni e farsi un’idea del tavolo. Tuttavia, ci sono alcune buone ragioni per mettersi alla prova in qualche evento 6-max, soprattutto in occasione delle serie su PokerStars.it. Una di queste è potersi confrontare con i giocatori abituati al full-ring, quindi ancora abbastanza “nitty”, e che cercano di passare al 6-max: una situazione tipica dei tornei low/micro buy-in.

Ottimizzare il gioco contro i full-ring players

Ci sono giocatori di full-ring che sanno essere aggressivi contro chi gioca chiuso e in maniera standard e contro i giocatori “nitty”, ma di fatto molti di loro restano troppo tight. Alcuni si cimentano nei tornei 6-max con low e micro buy-in, dove ci sarà quindi un field più morbido rispetto ai tavoli 6-max di cash game. Il modo per sfruttare il loro gioco è aggredirli spesso in steal, 3-bettando con frequenza e aumentando i bluff nel postflop. Al contrario, però, è importante saper foldare quando uno di questi giocatori tight mostra i muscoli. Subire un rilancio al turn o al river in un evento a low buy-in indica che il fold è la mossa giusta anche quando in apparenza sembra un call facile.

Qualche esempio

Ecco qualche esempio di come possiamo sfruttare un tavolo tight nel gioco preflop. Supponiamo che al tavolo ci siano due regular aggressive e tre giocatori nettamente troppo tight, quasi certamente abituati solo al full-ring. Si tratta di una composizione ottimale per incassare molti piccoli piatti con i quali aumentare il nostro stack.

L’importanza dello steal

I bui sono 800/1600, l’ante 200 e decidiamo di aprire a 3800 con 85 da CO. Di norma, si tratta di una mano troppo debole per essere giocata da quella posizione, ma il tipo di tavolo è perfetto per provare a rubare i bui. I giocatori tight tendono a 3-bettare solo con mani molto forti e, anche nel caso ricevessimo un call, c’è una buona probabilità di riuscire a incassare il pot con una continuation bet al flop. Inoltre la mano non è senza speranze e questo aumenta il nostro EV se i bui difendono.

3-bettare light

Altro esempio. Stesso tavolo di prima ma in posizione di bottone c’è uno dei tre giocatori abituati solo al full-ring. I bui sono adesso 1k/2k, ante 250 e il nostro avversario apre a 4,5K con uno stack di 84.000. Noi siamo in posizione di BB e lo copriamo in chips. Lo SB folda, mentre noi spilliamo K3. La teoria dice che questo è un call abbastanza standard e che raramente può essere trasformato in 3-bet. Tuttavia, ci possiamo aspettare che quel tipo di giocatore possa foldare spesso di fronte a un controrilancio preflop. Il suo range potrebbe essere abbastanza ampio data la posizione e, a meno che non decida di fare un improbabile call molto loose, è ipotizzabile che il 60-70% delle volte foldi la mano. Se 3-bettiamo fino a 11K, rischiamo 9K per incassare un pot di 7,5K. Supponendo che le uniche risposte del bottone siano shove o fold, allora è sufficiente che la nostra giocata funzioni nel 9 / (9 + 7,5) = 54% dei casi per essere break even. Una percentuale più che raggiungibile contro un avversario così; ma anche se non lo fosse, la 3-bet potrebbe comunque rivelarsi positiva qualora il bottone decidesse di chiamare: a quel punto potremmo incassare un bel piatto con una c-bet al flop o hittando qualcosa di favorevole sul board.

Fare i grandi fold

Quando un giocatore nitty si sveglia di colpo e piazza una giocata imprevista, quasi sempre questo è il segnale di una mano molto forte. Ecco un esempio.

La nuova situazione ci vede adesso con uno stack di 282.000 chips, quando I bui sono 1,5k/3k e l’ante 375. Un avversario tight, con 354.000 chips dietro, apre da UTG a 7K. In posizione di bottone, troviamo AK e controrilanciamo fino a 19K. Tutti foldano, l’azione torna all’OR che ci pensa un po’ e alla fine 4-betta 70K. Questo rilancio così lungo non è la mossa “tricky” di un regular esperto, più probabilmente è una giocata poco bilanciata di un occasionale che utilizza un range tight. Potrebbe avere QQ o AK, ma anche con queste starting hands è più facile che scelga di chiamare la nostra 3-bet.

Restano quindi 6 combinazioni di carte (AA e KK), il che rende la nostra decisione abbastanza semplice. Size e tipologia di giocatore escludono che si tratti di un bluff. La nostra equity contro KK+ e metà della combinazioni di QQ e AK è pari a un modesto 39%. Shovare o chiamare sono entrambe giocate perdenti in questo caso: dobbiamo essere pazienti e “mettere sotto” la nostra mano, per quanto buona essa sia.

Sopravvivere è fondamentale quando giochiamo su tavoli di questo tipo. Sarebbe un peccato farsi eliminare, sprecando così l’occasione di accumulare chips vincendo con facilità tanti piccoli pot.

4-bettare in bluff

Nel precedente esempio, la storia sarebbe stata completamente diversa se il nostro avversario avesse piazzato una 4-bet in bluff. Una giocata, questa, molto utile contro avversari che tendono a 3-bettare spesso, ma che si spaventano quando il piatto si ingrossa. Ecco un esempio tipico, sempre in situazione 6-handed.

Il nostro torneo continua, la bolla è scoppiata e adesso i bui sono 2,5k/5k, ante 675. Siamo saliti a 640.000 chips e ora abbiamo KJ in posizione di bottone. Apriamo il gioco a 12K. Il BB è un regular tight aggressive, abbastanza stufo dei nostri continui steal. Ha 360.000 chips e decide di 3-bettare fino a 34k. Noi rispondiamo con una 4-bet a 74k. Se shova abbiamo un easy fold ma in ogni caso abbiamo ottimi motivi per fare questa giocata:

– Messo sotto pressione dai nostri frequenti attacchi, l’avversario potrebbe aver ampliato molto il proprio range di rilancio. È il pericolo di reagire psicologicamente all’andamento della partita senza aver prima bilanciato il proprio range di mani.

– Perdere 74K pesa più a lui che a noi.

– Uno shove è una mossa molto rischiosa per l’avversario, in relazione alla size della 4-bet e allo stack.

Complessivamente, questa mossa dovrebbe garantire un buon profitto.

Conclusione

Rimanete sintonizzati per il prossimo articolo di questa serie, dove parleremo di come combattere un tavolo 6-handed pieno di regular aggressive. In effetti, non ci può capitare sempre un tavolo comodo come quello di oggi!

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