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Strategia 6-Max nei tornei – 5 suggerimenti per sopravvivere nei tavoli più difficili

Settembre 8, 2020
di PokerStarsSchool

Nel precedente articolo abbiamo analizzato come massimizzare i risultati in un torneo 6-max con un field tight. Purtroppo non saremo sempre così fortunati e a volte ci capiterà di confrontarci con un tavolo formato da giocatori esperti che conoscono l’importanza di tenere alta l’aggressività nelle partite short-handed. Ecco allora qualche consiglio per resistere fino a quando non avremo preso le misure agli avversari o ci avranno spostato a un tavolo… più morbido!

Aperture con un range tight

Una reazione impulsiva che spesso mette nei guai è quella di rispondere al fuoco con il fuoco. L’aggressività di un giocatore esperto è frequente ma selettiva. Attaccare smodatamente in uno spot complicato è il modo migliore per trovarsi rapidamente fuori dal torneo. Piuttosto che aprire con un range molto ampio per poi trovarsi 3-bettati o subire un check-raise al flop, perché non ridurre un po’ le mani di partenza? Se ragioniamo un attimo, la fascia più bassa del nostro range di aperture, è solo marginalmente +EV contro un tavolo medio. Se fossero più profittevoli, le useremmo maggiormente. In un tavolo competitivo, questa fascia produce risultati negativi perché i giocatori che ci troviamo di fronte sono più forti e più propensi a 3-bettare. Questo ci obbliga spesso a foldare preflop, togliendo equity alle nostre aperture marginali. Pertanto, da bottone foldiamo tranquillamente A4 quando i buoi sono occupati da giocatori forti e che non hanno paura di fare azione. Avremo più chance di difenderci dalle 3-bet ed eviteremo situazioni rischiose nel postflop.

Proteggersi 4-bettando in bluff, ma con moderazione!

Se non proviamo mai una 4-bet in bluff, giocare contro di noi sarà una passeggiata per un player aggressivo. La ragione sta nell’equity. Immaginiamo che, con bui 100/200 e ante 25, apriamo da CO a 500 chips. Uno dei temibili e aggressive regular del tavolo controrilancia da SB fino a 1750. La nostra mano è A4 – una mano borderline tra tre opzioni. Foldare può andare bene nel singolo spot, ma non deve essere la costante; chiamare difficilmente sarà profittevole e, anzi, potrebbe essere una scelta negativa nel caso il nostro avversario fosse decisamente più skillato di noi. 4-bettare, invece, è una scelta pessima contro un giocatore occasionale, leggermente positiva contro un giocatore con un range bilanciato, e molto buona contro un avversario con tendenza alla 3-bet ma che folda troppo di fronte ad una 4-bet. Nel nostro caso, prendiamo un giocatore “bilanciato” – cioè uno che varia le mani di apertura e con frequenza medio-bassa.

Il punto è che se noi foldiamo sempre questa mano, non avremo una corretta frequenza di 4-bet in bluff, perché non ci sono molte mani migliori di A4s per bluffare. In sostanza, non facciamo altro che aumentare l’equity delle 3-bet light di oppo che nel lungo periodo potrebbe anche aumentarne la frequenza. Non possiamo combattere questo tipo di giocatore solo foldando o chiamando. Ogni tanto è necessario inserire una 4-bet in bluff: perché non farlo proprio ora, tanto per mandare un messaggio che non siamo disposti ad arrenderci tutte le volte che non abbiamo una premium hand?

Evitare di foldare troppo (over-folding)

Over-folding significare foldare mani del nostro range più di quanto una strategia ottimale consiglierebbe. Per esempio, se l’avversario punta il 100% delle volte al river, rischia 1 per vincere 1 – la fold equity necessaria per essere break even in caso di bluff è 50%. Se noi foldiamo più del 50% del range, una qualsiasi mano in bluff giocata da oppo diventa profittevole. Quando invece ci troviamo di fronte a un giocatore che di rado prova un bluff, allora il discorso cambia e foldare spesso diventa sensato. Tuttavia, nel tavolo che stiamo ipotizzando, l’over-folding diventa troppo exploitabile. Di fronte ad una bet al river pari al piatto, dobbiamo allora capire se la nostra mano rientra nel 50% di quelle adatte a bluff-catchare. Un aiuto arriva dal fatto di poter bloccare le value hand di oppo, e magari anche vincere o splittare contro le sue value bets. Evitiamo invece di chiamare con mani che bloccano quelle con le quali l’avversario potrebbe bluffare. In questi casi lo spingeremmo a fare più giocate per valore.

Accettare la varianza

Non c’è bassa varianza quando si gioca un torneo di NLHE 6-max contro giocatori tosti. È neccesario gamblare, chiamare qualche over-bet, fare check-raise al flop e 4-bettare light di tanto in tanto. Se in un torneo ci arrocchiamo nella speranza di arrivare ai premi importanti senza correre rischi, avremo bisogno di una good run o di trovare i pochi giocatori modesti presenti nel field, o tutte e due le cose. Nello specifico di un tavolo impegnativo, dobbiamo accettare la possibilità di perdere grandi piatti e sperare che la varianza sia dalla nostra. Partiamo pensando che sia così, perché la paura è la via più breve verso il disastro contro avversari abili ed aggressivi.

Imparare!

Non facciamoci scoraggiare se all’inizio le cose vanno male. Chiediamoci: quali sono le mosse aggressive che mi mettono all’angolo? Possiamo inserirle nel nostro repertorio di giocate? Come possiamo controbatterle? Quali aggiustamenti possiamo apportare qua e là per reagire all’aggressione degli avversari?

Se volete dei consigli, cominciate a postare le vostre mani, descrivendo il ragionamento fatto con l’apertura mentale a ricevere critiche e suggerimenti da giocatori più esperti. Ma soprattutto, non demordete. Ogni giocatore deve incassare un po’ di sconfitte prima di poter diventare, un giorno, un grande giocatore. Perdere non è un’esperienza dolorosa, ma un affascinante viaggio verso la possibilità di migliorarsi!

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