Friday, 29th March 2024 15:10
Home / L'effetto Moneymaker – Parte 2

L’ “effetto Moneymaker“, ovvero 39 dollari di satellite su PokerStars.com che diventano 2,5 milioni alle WSOP e che hanno cambiato il mondo del poker. Per sempre.

A questo punto una domanda sorge spontanea: cosa sarebbe successo se quel 23 maggio del 2003 Chris Moneymaker non avesse vinto? Come sarebbe il poker oggi se Sam Farha avesse chiamato il clamoroso bluff on the river del suo avversario?

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Cosa sarebbe successo se non avesse vinto?

Probabilmente è materiale per gli amanti delle storie alternative. L’anno dopo fu un altro qualificato online, Greg Reymer, a vincere il Main Event delle WSOP e questo in parte ci dice che l’ascesa dell’online era già iniziata e il boom del poker sarebbe arrivato di lì a poco.

In fondo, un secondo posto da 1,2 milioni di dollari a fronte di un investimento di 39 sarebbe stato comunque un grande evento da raccontare. Senza però quel tocco di magia e di romanticismo rappresentato dall’amatore che batte il professionista e che ha reso popolare questo gioco. L’idea che chiunque ce la possa fare è incarnata da Chris Moneymaker e non da Sam Farha. No, non sarebbe stata la stessa cosa a livello mediatico.

La vittoria di Chris Moneymaker in quello storico heads-up è un destro-sinistro di Rocky che mette al tappeto Apollo Creed. Il primo colpo il dilettante lo mette a segno con questa mano. I livelli sono 20.000/40.000, Moneymaker ha 4,6 milioni, Farha ne ha 3,77. Apre Moneymaker con K7 e Farha difende con Q9. Il flop porta 926 ed entrambi optano per il check. Il turn è un 8: Farha esce puntando 200K ma Moneymaker piazza un rilancio quattro volte superiore. Farha chiama e il suo call porta il piatto a 1,8 milioni di chips. Al river scende un mattone, un 3. Dopo il check di Farha, Moneymaker annuncia l’all-in. E’ il call che sostanzialmente vale il torneo ma Farha, dopo qualche minuto, non riesce a farlo. Lo sconosciuto contabile di Nashville, il qualificato online, ha bluffato il professionista.

Il colpo del KO arriva poco dopo. Moneymaker è in vantaggio 2:1 sul suo avversario che apre il gioco con J10. Questa volta è l’amatore che difende il BB con 54. Il flop è clamoroso: J54, top pair vs doppia! Moneymaker fa check, Farha piazza una bet da 125K che Moneymaker rilancia fino a 320.000. Farha ha una breve esistazione e poi mette tutte le chips in mezzo. Moneymaker snappa e il resto è storia. Il turn è un 8. Il river è il 5 che materializza il sogno.

Schermata 2018-10-26 alle 12.06.07 copia.jpgSam Farha nel 2013 davanti al busto in bronzo di Chris Moneymaker

Una curiosità. Qualche livello prima, Sam Farha, di fronte alla proposta di Chris Moneymaker di splittare, aveva risposto: “Mettiamo insieme i due premi e chi vince si prende tutto”. Buon per lui che il suo avversario non abbia accettato. Quel secondo posto è ancora oggi la vincita più alta realizzata da Farha in un torneo live, anche se il giocatore texano vanta due braccialetti WSOP (Omaha hi/lo) e rimane tuttora un ottimo giocatore di pot limit Omaha cash game.

Ma a quel final table c’erano altri 7 giocatori. Che fine hanno fatto?

Dan Harrington, uno dei maestri del backgammon moderno e grande teorico del poker, chiuse al terzo posto per 1,5 milioni di dollari. L’anno successivo fu nuovamente al final table del ME, arrivando quarto. Dopodiché decise di dedicarsi alla divulgazione della strategia del gioco: la serie di libri “Harrington On Hold’em” è diventata un must per tutti coloro che si avvicinano al poker. Nel 2010 Harrington è stato inserito nella Poker Hall of Fame.

Jason Lester, altro grandissimo giocatore di backgammon, fu quarto ($440.000) nel 2003. Nel 2006 vinse un braccialetto WSOP nella specialità Pot Limit Omaha per 560.000 dollari, che rappresenta ad oggi il suo miglior risultato live. Lester è una presenza fissa alle WSOP e vanta un totale di 6 piazzamenti a premio nel Main Event.

Tomer Benvenisti finì quinto nel 2003. Di lui non si sa molto altro a livello di tornei, anche perché la sua passione rimane il cash game live. Oltre al poker, dalla fine degli anni Duemila è diventato un comico di cabaret.

Il sesto posto di quel final table andò ad Amir Vahedi il quale continuò a giocare per vari anni, accumulando più di 3,2 millioni di dollari in eventi live (fu anche poker-tutor di Ben Affleck) fino al 2010, anno della sua prematura morte, a soli 48 anni.

Il settimo classificato Young Pak è pressoché scomparso dalla scena pokeristica. Il suo ultimo risultato risale al 2005.

David Grey (8°), al tempo del final table del 2003 vantava già un titolo WSOP vinto nel 1999. Nel 2005 arrivò il secondo. Grey è ancora oggi un regular dei cash game high-stakes e ha fatto svariate apparizioni in programmi tv quali Poker Superstars, High Stakes Poker, NBC National Heads-Up Championship e Poker After Dark.

Il primo player out del tavolo finale fu David Singer che nel suo palmares vanta due braccialetti WSOP e 4,8 milioni di dollari vinti in carriera in tornei dal vivo.

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