Se siete appassionati di poker da diversi anni, diciamo da prima del 2010, e vi dicono la parola “bad beat”, il pensiero di molti di voi andrà a un giocatore in particolare: Matt Affleck. Il forte player statunitense fu vittima, suo malgrado, di uno dei river più crudeli della storia. Ripercorriamo quel giorno.
WSOP 2010 MAIN EVENT: IL RIVER DA INCUBO PER MATT AFFLECK
Siamo nel luglio del 2010, al WSOP Main Event da 10.000$ di buy-in sono rimasti appena 15 dei 7.319 partecipanti. Tra questi c’è anche il nostro Filippo Candio, che poi arriverà a sua volta quasi fino in fondo, ma questa è un’altra storia. I protagonisti di questa mano sono il canadese Jonathan Duhamel e lo statunitense Matt Affleck.
Duhamel è il chipleader del torneo con poco più di 30 milioni in fiches, ma anche Matt Affleck è molto ben messo con circa 20 milioni. Sul livello 120.000/240.000, Duhamel apre a 575.000 da cutoff con J♥ J♣ , ma Matt Affleck da bottone 3-betta a 1.550.000 con A♣ A♠ . Dopo il fold dei giocatori sui blinds, la parola torna a Duhamel che 4-betta a 3.925.000. Affleck decide di limitarsi al call.
Sul Flop scendono 10♦ 9♣ 7♥ , Duhamel fa check e poi chiama la continuation bet di Affleck per 5 milioni su pot da poco più di 8 milioni. Il canadese non si scompone e fa call. Il Turn è una Q♦ e Duhamel fa ancora check. Affleck ci pensa qualche istante, poi va allin per 11,6 milioni su pot da quasi 19 milioni. Duhamel entra “in the tank”, riflette per quasi 5 minuti pieni, poi dichiara il call. Il piatto è gigantesco, da 41 milioni e, comunque vada, decreterà il super chipleader del torneo.
In caso di perdita, Duhamel scenderebbe a 9 milioni circa. Affleck, invece, sarebbe fuori dal torneo ma la cosa è abbastanza improbabile, essendoci una sola carta ancora da servire sul board e avendo Matt il 77,3% di possibilità di vincere il colpo.
Duhamel può sperare soltanto in 10 outs: i due J rimanenti, i quattro K e i quattro 8. E al river scende proprio un 8♦ , che cambia completamente la storia. Del torneo, di Jonathan Duhamel e naturalmente anche di Matt Affleck.
LA REAZIONE DI MATT AFFLECK
Perdere così non fa male, fa malissimo. E Matt Affleck non fa nulla per nasconderlo. Il ragazzo tiene la testa tra le mani, è sotto shock, non nasconde nemmeno qualche lacrima. Una reazione umanissima che genera la solidarietà di pressoché tutto il mondo del poker. Ciascuno di noi appassionati vive come un incubo ricorrente, quello di ritrovarsi a pochi passi dal tavolo finale della vita, e perderlo per una bad beat clamorosa come questa.
Qualche anno dopo, in un’intervista, avrebbe confessato: “noi giocatori di torneo siamo abituati a considerare le chips non come soldi ma come soldatini, da posizionare sul campo di battaglia e creare le condizioni migliori per vincere. Perché il poker è un gioco di decision-making, ma in quella mano no. Quella mano, da sola, valeva 3,3 milioni di dollari in soldi veri. La mia disperazione era dovuta anche a questo, perché il piatto più grosso che avessi mai giocato a cash game era da 10mila dollari, quindi il fatto di aver appena perso la possibilità di vincere una quantità di soldi più grande di quanto avessi mai potuto vincere nel resto della mia vita mi lasciò sotto shock.”
Alla fine, però, ci si fa il callo. “Devo dire che, probabilmente, se avessi vinto quel Main Event, avrei perso tutti gli stimoli. Invece oggi sono ancora qui, dopo tutti questi anni. Riguardo a quella bad beat, sono entrato nell’ordine di idee di pensare solo di essere arrivato 15° al Main Event WSOP e di avere vinto 550.000$. Tutto qua”
Sembra facile, vero?
LA VIDEO INTERVISTA DEL GIORNO PRIMA
Un documento abbastanza raro ma che è davvero curioso da guardare è questa intervista prima del day 8. Al tempo tra i giocatori sponsorizzati da PokerStars, Matt Affleck qui appare sereno, essendo tra gli stack più alti dei 27 qualificati, e speranzoso di essere tra i november nine che sarebbero tornati a giocare per il braccialetto dei sogni. Non poteva immaginare cosa l’attendeva, proprio quel giorno…
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