gioco faraone faro
Home | Giochi | Popolari | Il gioco del Faraone e la sua variante Faro

Il gioco del Faraone e la sua variante Faro

26 Aprile 2023

Il gioco del Faraone vanta origini molto antiche e aristocratiche. 

Al giorno d’oggi quasi completamente in disuso a causa delle sue regole selvagge che portavano a vincere e perdere somme di denaro che potevano raggiungere livelli imbarazzanti. 

Nonostante le sue origini francesi si può giocare sia con le carte originarie di questa nazione, sia con le carte tradizionali italiane. 

Vediamo insieme origini, regole del gioco e varianti più conosciute. 

Le origini del gioco del Faraone 

Sembra che le origini di questo gioco possano essere fatte risalire alla corte francese di Luigi XV e Luigi XVI. 

Tracce scritte di questo gioco possono essere trovate nel libro di memorie di Casanova così come nelle Opere di Cesare Beccaria del 1854. 

Questo gioco d’azzardo veniva iniziato spesso nelle corti francesi per intrattenere gli ospiti durante le tanto famose feste regali. 

Lo stesso Casanova racconta di averci giocato spesso con la regina Maria Antonietta e nel suo libro “Storia della mia vita” racconta anche di una famosa operazione di baro con un “correttore di fortuna milanese”… ovvero un baro professionista. 

Da allora tuttavia il gioco ha subito un costante declino di popolarità. 

La facilità con cui si potevano raggiungere poste in gioco molto alte, lo rendeva possibile solo per l’alta società e la stessa famiglia reale. 

Inoltre, nelle sue regole originali, non richiedeva una vera abilità del giocatore, bensì solo il coraggio di portare avanti le scommesse con l’arroganza e la noncuranza di chi non ha problemi di soldi. 

Le regole del gioco 

Sono più difficili da spiegare che da giocare. In realtà di tratta di un gioco altamente intuitivo dove sia le puntate che lo smazzo sono operazioni che non richiedono particolare attenzione. 

Si giocava originariamente su un tavolo preferibilmente ovale, per permettere ai molti giocatori di non essere troppo distanti dal banchiere e ora si trova anche nei migliori casinò anche se molto di rado.

Il banchiere, ovvero il giocatore che gestisce il mazzo, dispone sul tavolo 13 carte di un qualunque seme dall’asso al ré. 

Queste serviranno da tabellone ai giocatori che vogliono puntare su una determinata carta. 

Ciascun giocatore può scommettere su una o più carte, a proprio rischio e pericolo, una somma a sua scelta. 

Una volta terminate le puntate il banchiere procede a “bruciare” un mazzo da 52 carte. 

Inizia togliendo la prima carta dalla cima del mazzo e scartandola. Questo viene fatto per pura scaramanzia o per semplice uso delle regole originali. 

Successivamente procederà a scoprire una carta per volta in questo ordine: una carta “cattiva per il banco” ed una carta “buona per il banco” e così via fino all’ultima carta. 

La carta cattiva per il banco 

Viene presa dalla cima del mazzo e girata subito. 

La carta con lo stesso valore vedrà raddoppiata la propria posta. 

Quindi se viene estratto un 7 di picche (ad esempio), vinceranno i giocatori che hanno puntato su questa carta. Il valore della sua vincita sarà esattamente la cifra che hanno scommesso. 

La carta buona per il banco 

Anch’essa viene presa dalla cima del mazzo e scoperta subito. La carta con lo stesso valore di quella estratta regala tutte le proprie puntate al banchiere. 

Se viene quindi estratto un 4 di fiori, tutte le puntate effettuate sul 4 vengono raccolte dal banchiere. 

Si può capire molto facilmente che si tratta di un gioco che non richiede una conoscenza delle regole approfondita e di una complessa strategia. L’unica strategia che funziona è quella di poter attingere ad un salvadanaio profondo. 

La regola della nona carta 

Dopo che sono state girate 8 coppie di carte, e se ci sono ancora delle puntate in gioco, il mazziere girerà la nona mano che sarà una coppia di carte. 

Avendo iniziato con una carta “cattiva per il banco”, entrambe le carte della nona mano saranno favorevoli ai giocatori.

Varianti del gioco 

La variante originale è chiaramente quella francese. 

Si gioca con le 52 carte tradizionali contraddistinte dai quattro semi di quadri, picche, fiori e cuori. 

La variante italiana 

Era invece maggiormente diffusa a Napoli e si gioca con le carte tradizionali italiane. Quindi con un mazzo da 40 carte aventi i semi di bastoni, coppe, spade e denari. 

Per convenzione, e poiché le carte italiane hanno un dritto ed un rovescio, solitamente la carta buona per il banco viene posta dritta per i giocatori e la carta cattiva per il banco viene posta al rovescio per i giocatori. 

La variante americana o Faro

Assomiglia quasi in tutto alla versione originale. 

Si gioca con le stesse carte e queste non avranno un dritto o rovescio. 

L’ordine delle mani però è invertito. Ci sarà quindi la prima carta buona per il banco e così a seguire. 

Di conseguenza anche la regola della nona carta, in cui si girano due carte invece di una, sarà a vantaggio del banco anziché dei giocatori.