Wednesday, 26th March 2025 04:24
Home / Erik Seidel non smette mai di stupirci

Alle recenti WSOP Paradise ha coronato un sogno che inseguiva da tantissimo: vincere il decimo braccialetto iridato, entrando così in un ristrettissimo club di supercampioni. Conosciamo meglio una delle leggende viventi del poker: Erik Seidel.

ERIK SEIDEL: IL “PROFESSORE” SULLA BRECCIA DA 35 ANNI

Nel poker si parla spesso di “lungo periodo”, come prova inconfutabile del talento o delle capacità di un giocatore. Se nel poker online si possono giocare centinaia di migliaia di mani in relativamente pochi anni, nel live il discorso si complica molto. Ogni giocatore di poker del pianeta, in media, in uno o due mesi può giocare online un quantitativo di mani che non riuscirà mai a raggiungere nell’arco di una vita intera. Ovvio, dal momento che davanti a un computer c’è la possibilità del multitabling, mentre dal vivo si gioca obbligatoriamente una mano per volta, e per giunta molto più lentamente. Anche per questo, stupiscono i casi di longevità come quello del compianto Doyle Brunson, ma anche quello di Erik Seidel.

Nato a New York nel 1959, Erik mostrò fin da giovanissimo una grande attitudine per tutti i giochi, di carte e in generale mentali. Non a caso, lasciò il college per diventare professionista di backgammon. Dopo circa 8 anni, trovò lavoro da trader in borsa e guadagnava anche molto bene, ma nel 1987 cambià tutto: a causa del “lunedì nero” di Wall Street, rimase senza lavoro. Così, tornò nella club che frequentava da sempre, il Mayfair, dove nel frattempo era scoppiata la mania del Texas Hold’em. Seidel decise di provare, e diciamo che le cose si misero subito bene.

WSOP 1988: RUNNER UP AL PRIMO TORNEO, E FINISCE ANCHE… AL CINEMA

Al primo torneo live, nel 1988, arrivò secondo. E non era un torneo qualunque, ma il WSOP Main Event in cui solo Johnny Chan riuscì a batterlo. E non era un Main Event qualunque, perché finì addirittura dentro al cult movie “Rounders”. Era il 1988, e da allora Erik Seidel non si è più fermato.

Dopo qualche anno, si trasferisce a Las Vegas insieme alla moglie. I suoi risultati sono piuttosto costanti e, piano piano, scala nelle gerarchie divenendo uno dei più vincenti di sempre. Nel 2007 ha già vinto 8 braccialetti WSOP, come Phil Hellmuth e peggio solamente di Doyle Brunson, Johnny Moss e Johnny Chan. Come già aveva fatto intravedere da ragazzino, Erik Seidel mostra una grande competitività non solo nel No Limit Hold’em, ma un po’ in tutte le varianti di poker, di cui diventa uno degli interpreti più eclettici.

Dal 2007, però, la sua caccia al braccialetto diventa quasi maledetta. Non si contano i tavoli finali, le deep run sfumate per poco, i secondi e i terzi posti. Nel 2021 però, Seidel decide di stupire ancora: arriva il nono braccialetto in carriera, in un high roller online, ovvero una modalità di poker da cui un 62enne sembrerebbe tagliato fuori. E invece no.

Erik però ha un cruccio: vincere di nuovo un braccialetto in un evento dal vivo. Il lungo digiuno si interrompe dopo 16 anni, nel novembre 2023, con il successo nel 50.000$ Super High Roller delle WSOP Paradise. Seidel entra così nel club dei pochissimi giocatori capaci di andare in doppia cifra di braccialetti. E, dai nomi, si capisce che è un club di grandissimi: Phil Hellmuth (17), Doyle Brunson, Johnny Chan, Phil Ivey e, appunto, Erik Seidel.

ERIK SEIDEL E QUEL TRIONFO “GENERAZIONALE” A MONTECARLO

Sembrerà strano, ma una delle vittorie che meglio raccontano che razza di giocatore sia Erik Seidel non viene da un evento delle World Series Of Poker, ma dall’European Poker Tour di PokerStars. Siamo a Monte Carlo, all’interno dell’EPT Grand Final 2015. Il 100.000€ Super High Roller è il più costoso e prestigioso torneo offerto dal circuito, oltre che uno dei più esclusivi al mondo.

Al tavolo finale arriva qualcosa di simile alla crema del poker in quel momento. Ci sono fenomeni che fanno sfracelli negli MTT online come Fedor Holz e Dzmitri Urbanovich, un giovane prodigio del cash game high stakes come Max Altergott che proprio in un evento simile aveva trionfato due anni prima, altri top player come Scott Seiver. C’è anche il nostro Dario Sammartino, qualificato con un tornei satellite da 10.000€ ma senza alcun timore reverenziale, e che si affaccia al final table da chipleader.

Soprattutto, c’è Erik Seidel che sembra un intruso là, in mezzo a tutti quei giovani. Il più anziano di questi ha al tempo 30 anni (Seiver), Erik ne ha 56. Riguardare oggi questo tavolo finale è musica per gli occhi: Erik Seidel mette su un vero e proprio clinic di saggezza, sensibilità di tavolo, capacità di sfruttare in modo scientifico la posizione. E poi, in heads up contro un mostro come Urbanovich, compie un autentico capolavoro.

IL VIDEO DEL SUPER HIGH ROLLER EPT MONTECARLO

Qui il video della fantastica cavalcata di Erik Seidel, in mezzo ai giovani fenomeni.

Joe Stapleton, storico commentatore dello European Poker Tour, presentando l'heads up tra Dzmitri Urbanovich ed Erik Seidel, dice "un tipo che era in Rounders contro uno che aveva il pannolino quando Rounders uscì". Alla fine è proprio così, e il giovane polacco partiva anche con uno stack pari a 5 volte quello del veterano statunitense. Ma tutto ciò concorre a rendere quella vittoria di Seidel come una delle più belle, ancora oggi.

Insieme a Phil Hellmuth, Erik Seidel è la dimostrazione vivente di "lungo periodo" nel poker live.

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