La prima edizione del PokerStars Open Campione è stata un successo da oltre 2.400 entries, e tra i protagonisti spiccavano molti nomi conosciuti del panorama pokeristico. Tra questi si è messo in bella mostra Gaspare Sposato.
“Gasparotto10” – questo il nick con cui è conosciuto ai tavoli di PokerStars – ha concluso la cavalcata con un’ottima settima posizione che ha generato un premio di oltre €56.000.
Abbiamo colto l’occasione per un’intervista al grinder dell’Isola d’Elba, che nel suo palmares vanta già successi come picca e Sunday Million. Ma lasciamo che sia lui a presentarsi.
Ciao Gaspare, benvenuto sulle nostre pagine. Cosa ci dici sulla tua storia da giocatore?
Ho iniziato a giocare grindando online dalla mia camera durante la pandemia nel 2020. Sono partito dai tornei da 50 centesimi, praticamente partendo da zero e facendo tutta la scalata grazie anche al supporto di alcuni ragazzi davvero bravi.
Ho sempre lavorato e sto continuando a lavorare per migliorare sempre. Mi sono già tolto alcune belle soddisfazioni, come la picca al Main Event UKIPT e la vittoria al Sunday Million online, oltre a questo tavolo finale.
Spero – anzi, sicuramente! – ci saranno ancora tante pagine da scrivere in questa storia, per ora breve.
È stata una bellissima corsa al Main Event PokerStars Open. Quali emozioni hai provato?
In realtà sono sempre stato molto concentrato, sempre sul pezzo, nel momento.
Una cosa curiosissima del Main è che al Day 2 ero praticamente busted. In un 3-way, per vincere un side pot ridicolo un giocatore ha bluffato e ha fatto foldare l’avversario che mi avrebbe bustato, invece ho vinto contro quello che ha bluffato.
Sono rimasto dentro per miracolo, e questa è la cosa più emozionante e curiosa che mi viene da dire sul torneo. Ricordo che avevo i miei amici dietro, al river ho detto loro «Qua serve un miracolo per rimanere dentro» e così è stato.
Cosa pensi del gioco che hai espresso?
Sono stato molto contento di come ho giocato. Molto concentrato, come sempre, sto prendendo sempre più consapevolezza dei miei mezzi, quindi sono molto contento del poker che sto esprimendo.
Di conseguenza sono stato anche molto contento del risultato perché ho fatto esattamente quello che volevo fare e che pensavo fosse giusto in ogni mano.
Conoscevi gli altri avversari al Final Table? Che pensieri avevi su di loro?
Conoscevo sicuramente Adrian State, il vincitore. Ci ho giocato diverse volte perché è un giocatore che bazzica molto nei principali tornei live europei, EPT eccetera. Ho giocato molte volte contro di lui, un ottimo player secondo me. Non so se gioca anche online, ma live ha una bella presenza al tavolo, molto concentrato, non lascia andare niente, quindi mi è piaciuto molto.
Gli altri giocatori non li conoscevo. Qualcuno l’ho conosciuto giocandoci contro nei giorni precedenti, tra cui un ragazzo italiano molto simpatico e ottimo giocatore.
Di base, rispetto al livello a cui sono – tra virgolette – abituato online, non mi sembrava un tavolo finale molto molto complicato, ecco. Quindi ero abbastanza tranquillo, e poi è andata come doveva andare.
Una delle mani più chiacchierate è stata il bluff contro bluff contro Giorgio Soceanu. I tuoi pensieri durante la mano?
Sinceramente, anche quando Soceanu ha fatto all in al turn e io ho dovuto foldare, ero comunque sicuro che non avesse niente.
Cioè il suo all in non è che mi avesse convinto che avesse effettivamente qualcosa. Se lui, invece di fare all in avesse 4-bettato e basta, probabilmente avrei fatto all in io, perché la sua linea non rappresentava nessuna mano di valore che mi venisse in mente. Pensavo che semplicemente 3-bettando lo avrei fatto foldare, io quindi ero molto confident della mia read.
A quanto pare la sua read è stata molto migliore della mia, perché alla fine ha vinto lui, quindi la giocata migliore alla fine l’ha fatta lui.
Però i miei pensieri, niente di che: ero molto tranquillo e sicuro. Non mi tornava la sua linea, per niente, con nessuna mano di valore. Quindi ero molto confident di riuscire a farlo foldare perché appunto perché per me non aveva niente.
Era la tua prima esperienza a Campione? Che ne pensi della location e del PokerStars Open?
L’atmosfera del torneo molto bella. La location è bellissima, era la prima volta in vita mia che andavo a Campione che per tanti giocatori italiani è una tappa storica. Io invece quando ha chiuso Campione ancora non giocavo a poker, quindi è stato proprio un battesimo ed è stato molto bello.
Per quanto riguarda il circuito PokerStars sì, lo gioco sempre soprattutto gli EPT quando ne ho la possibilità li gioco praticamente tutti.
I tornei “Open”, o comunque gli eventi diciamo minori li gioco un po’ in base al periodo, alla schedule di tornei online che c’è nello stesso momento, o se non ho altri impegni nella mia vita in generale.
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