Thursday, 28th March 2024 13:38
Home / Tre mani (e altrettanti video) per raccontare le nuove tecniche dei grandi pro internazionali

Passano gli anni, ma il Texas Hold’em non invecchia (o invecchia bene, comunque). Il merito è anche della strategia in continuo movimento che rende il gioco sempre interessante e mai scontato.

Per questo motivo vogliamo proporvi le ultimissime “tendenze” di alcuni tra i migliori specialisti di Super High Rollers a livello internazionale. I nomi? Stephen Chidwick, Sam Greenwood, Isaac Haxton, Dominik Nitsche, Mikita Badziakouski. Il tutto accompagnato dal commento tecnico di Lex Veldhuis.

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RISPARMIARNE ALMENO UNA

Da ormai un po’ di tempo si vedono “all-in parziali”. In sostanza, alcuni giocatori mettono quasi tutto in mezzo, lasciandosi dietro un minimo per rimanere in partita nel caso la mano finisse male. Una strategia che trova una sua giustificazione soprattutto quando si sta giocando la bolla di un torneo e/o quando si è short-stack e andare in the money diventa l’unico obiettivo.

Un esempio. Abbiamo 33 con 5.375 chips dietro, in un torneo freezout che ha raggiunto il livello 500/1.000 ante 125 e -2 eliminazioni allo scoppio della bolla. L’idea, oggi, potrebbe essere quella di mettere in mezzo 5.000 gettoni, tenendone 375 di riserva nel caso il colpo non andasse a segno.

Qualcosa di simile è accaduto durante il recente PCA Super High Roller tra Stephen Chidwick e Sam Greenwood, poi vincitore di quel SHR. Ecco il video della mano:

Ancora più significativa è questa action che vede protagonista ancora Sam Greenwood. Il torneo adesso è il Main Event della PCA. Siamo sul finire del Day2, i bui sono 2.500/5.000 bb ante 5.000. Il pro canadese metto tutto, ad eccezione delle ultime 5.000 chips, su questo board 527910 che lo vede contrapposto al francese Pierre Calamusa. Greenwood è in bluff con K6 ma Calamusa chiama, mostra Q9 e incassa il pot con la coppia di 9.

Ebbene, nonostante la batosta, Greenwood riesce a trasformare quelle ultime 5.000 chips in 57.000 pezzi imbustati a fine giornata! Chiuderà il torneo al Day3, 73° per $20.980.

E’ proprio vero: one chip, one chair o, come diremmo noi, fino a quando c’è una chip, c’è speranza!

CAPITALIZZARE AL MASSIMO

La qualità forse più invidiabile ai top players è la loro capacità di trovare chips laddove gli altri giocherebbero con il freno a mano tirato. In altre parole, la skill di massimizzare il guadagno dalle mani marginali.

Ci sono situazioni in cui la quasi totalità dei giocatori, arrivati all’ultima carta del board con un punto buono ma non eccezionale, si accontentano di uno showdown senza rischi (free). I grandi pro internazionali non lo fanno, come ci dimostra questo video tra Isaac Haxton e Dominik Nitsche:

Al river Nitsche punta per valore con la second pair e Isaac “Ike” Haxton decide di fare un rilancio medio, 4 volte la puntata del tedesco. Il commento televisivo di Lex Veldhuis dice tutto: “Wow, Ike è davvero bravo. Questa è una di quelle situazioni in cui questi High Rollers dimostrano le loro skills. Il 95% delle volte in cui si gioca questa mano l’avversario semplicemente chiamerà per incassare il piatto allo showdown con Regina-Tre. Questo invece è quello che ti torna indietro quando punti poco contro ragazzi come Ike“.

Nitsche alla fine chiama e il pro americano incassa un bel piatto, estraendo tanto valore dalla giocata del tedesco e dalla propria, non fortissima, mano.

IL NUOVO SEMIBLUFF

In sostanza qui il concetto è: m dalla possibilità che il nostro avversario (tendenzialmente l’original raiser), dopo aver mancato il flop, posso ottenere un vantaggio da una nostra giocata passiva. A dire il vero si tratta di un concetto non nuovissimo, usato un tempo nel Fixed Limit per impedire la cosiddetta free card, ma che ora diventa molto efficace in ambito torneistico. Attenzione però: lo stack, in questo caso, ha un peso decisivo.

Vediamo insieme il video di una mano giocata da Mikita Badziakouski e Joao Vieira, sempre alla Bahamas quest’anno:



Spiega ancora il PokerStars Ambassador Lex Veldhuis: “Questo, in un certo senso, è un nuovo modo di intendere il semi-bluff. Serve a proteggere la propria mano. Eviti di fare un brutto fold al turn. Ad esempio, immaginiamo di avere Jack-Dieci e il turn è un Asso: oppo punta obbligandoci a un fold quando potremmo siamo avanti. O l’azione si svolge check-check, ma così facendo gli regaliamo una free card al river che magari lo favorisce“.

Il pro olandese ha poi completato il ragionamento: “a tutti gli effetti si tratta di un semi-bluff: quando veniamo chiamati, abbiamo comunque gli outs per ribaltare la situazione; se invece non ci chiamano abbiamo massimizzato una mano mediocre e non overplayato una monster“.

Ma attenzione allo stack dell’avversario, ha poi precisato Veldhuis: ovvero contro stack troppo profondi o troppo short potrebbe non essere una giocata ideale. Come dire, nel mezzo sta l’obiettivo del semi-bluff.

ps-marbella-festival-77-lex-veldhuis.jpgIl PokerStars Pro olandese Lex Veldhuis



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