Dall’avvento dei solver e dalla diffusione della Game Theory tra le masse di poker player, il mondo a un certo punto si è diviso in due fazioni: GTO ed Exploitative.
Della GTO, Game Theory Optimal, abbiamo parlato a lungo, e anche il termine exploitative dovrebbe suonarvi familiare. Ma anche se non sapete cosa significhino, niente paura: in questo articolo faremo un riepilogo delle due strategie più usate nel poker online.
Ma il vero focus di questo articolo è capire i pro e contro di entrambe, e quando vanno tenute in considerazione durante le nostre partite di poker.
La GTO in parole povere
La GTO è una strategia che si basa sulla teoria dei giochi, matematicamente imbattibile. Si può analizzare solamente tramite un software apposito (solver) che ripetendo moltissime volte uno stesso scenario, e aggiustando le azioni di volta in volta, si avvicina sempre più a un punto di equilibrio perfetto.
Sembra oro colato, ma in realtà così non è: per un essere umano è praticamente impossibile adottare una perfetta strategia GTO, può al massimo cercare di metterne in campo una versione semplificata o una stima.
La GTO non tiene in considerazione il gioco degli avversari, fatta eccezione per i range preflop, e si compone spesso di strategie mixate e bilanciate, dove molte mani possono per esempio sia checkare che puntare a frequenza diversa nello stesso scenario.
Ricordiamo che la GTO per definizione è una strategia basata su due giocatori perfetti che conoscono precisamente il gioco dell’altro, e arriva ad un equilibrio dove nessuno può exploitare l’avversario, nemmeno con questa conoscenza perfetta.
Il poker exploitative spiegato in breve
Dall’altro lato del ring incontriamo la strategia exploitative. “Exploit” si può tradurre come “sfruttare”, ed è infatti uno stile di gioco che mira a scoprire i punti deboli degli avversari e ad approfittarsi di essi, cercando di massimizzare i profitti.
Gli esempi più classici e banali sono gli avversari che over-foldano, cioè foldano più spesso di quanto idealmente dovrebbero, e ci permettono di puntare in bluff a frequenza più elevata per vincere il pot più spesso. Ma esistono exploit molto più intricati, su linee più rare o certi tipi di board.
In questo caso, a differenza della GTO, non esiste una strategia unica, ma va modificata e adattata alle singolarità di ogni avversario che incontriamo. La difficoltà dell’exploitative sta nel riuscire a identificare i punti deboli altrui, e a sapere come modificare il proprio gioco per approfittarsene.
Da sottolineare che quando si adatta il proprio gioco a una tendenza altrui si corre spesso il rischio di sbilanciarsi a propria volta. Per esempio, se rilanciassimo molto spesso da BTN perché abbiamo notato che BB folda spesso, magari SB potrebbe rendersene conto e iniziare a 3-bettare a frequenza più alta, portandoci al fold e vanificando i nostri sforzi.
Quando usare la GTO?
Tenendo sempre a mente che un giocatore umano non può utilizzare una strategia GTO, ma solo approssimarla, cerchiamo di capire quando e come è intelligente farlo.
La GTO non mira a vincere il massimo possibile da ogni avversario, bensì a minimizzare le possibilità dell’altro di vincere contro di noi. Tendenzialmente, possiamo scoprire mosse dal valore atteso maggiore che possono convenire.
Detto ciò, giocare GTO può funzionare in ogni contesto, ma è raccomandabile soprattutto contro avversari su cui non abbiamo informazioni, in modo da rimanere solidi mentre scopriamo qualcosa in più su di loro e il loro gioco.
Oppure contro avversari che riconosciamo essere più forti di noi, e/o dei quali non riusciamo a trovare un leak. In questo caso, meglio giocare bilanciati e rendere loro la vita difficile.
Ultimo ma non ultimo, la GTO più che ai tavoli trova la sua utilità nello studio. Imparare a conoscere le motivazioni dietro a un’azione, i range e i bilanciamenti ottimali, ci permette anche di riconoscere con più facilità gli avversari che non li seguono, e che quindi hanno dei punti deboli da prendere di mira.
Quando giocare exploitative?
Di base vorremo giocare in modo exploitativo ogni volta che troveremo l’occasione per farlo senza rischiare, perché spesso è la strategia che paga di più, e il poker si basa sul massimizzare l’EV.
Dobbiamo assicurarci di aver effettivamente identificato una debolezza dell’avversario, e che il campione di mani sia sufficiente per avere ragionevole certezza, e poi di sapere come utilizzarla a nostro vantaggio.
Non sempre è tutto elementare come “folda tanto, allora io punto più spesso”. Ci possono essere delle linee più contorte che magari si sviluppano su più street, e possono portarci a vincere molto di più!
Per finire, bisogna sempre considerare nel calcolo un possibile segno “meno”: approfittandoci delle debolezze altrui scopriamo un fianco e ci rendiamo deboli a nostra volta. C’è qualcuno che potrebbe approfittarsene?
Da prestare attenzione anche alla reazione degli avversari. Dopo un po’ potrebbero accorgersi di ciò che stiamo facendo e prendere le loro contromisure, e allora sarà meglio tornare a giocare più solidi.
Cosa hanno in comune GTO ed exploitative?
A dire il vero, il concetto di base è assolutamente lo stesso: entrambe mirano esclusivamente a massimizzare l’EV.
La differenza è che la prima cerca il modo di massimizzare contro un giocatore perfetto, ottenendo come risultato una strategia impossibile da scalfire. La seconda cerca il modo di massimizzare contro un giocatore reale, considerando i suoi difetti e reagendo ad essi.
Infatti, con i solver in cui è possibile farlo, possiamo impostare una strategia imperfetta, da “giocatore reale”, in una delle due parti e vedremo che sarà il solver stesso a creare una strategia exploitativa in quel caso.
E così torniamo al punto che l’exploitative si basa sulla conoscenza delle frequenze e bilanciamenti della GTO. Una non può esistere senza l’altra!
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